Pomodori e pane…non solo nella panzanella!

Mix di pomodori dal mio orticello
Anche stamattina l’orto mi ha riservato grandi soddisfazioni, soprattutto per quanto riguarda i pomodori. La mia idea di avere tante varietà diverse, con frutti di colori e dimensioni diverse ha avuto successo: lunghi, tondi, ciliegini, datterini, gialli, neri, costoluti…nel mio orticello c’è un po’ di tutto! A questo punto ci voleva una ricetta per valorizzare la varietà cromatica e di forme del raccolto odierno, così ho realizzato il piatto che vedete qui sotto spiegato passo a passo. Non solo quest’insalata è deliziosa, ma la sua preparazione permette anche di “far fuori” un po’ di pane o di focaccia avanzati nei giorni precedenti, cosa che in casa mia  accade tutti i giorni (il pane è sempre troppo o troppo poco, non riesco a capire perché). Insomma, è un’insalata da golosi e al contempo riciclona. Cosa che di questi tempi non guasta…
Per la cronaca, noi abbiamo accompagnato quest’insalata con  della gustosissima stracciatella di mozzarella. Il connubio è strepitoso.
Insalata di pomodori
 con crostini aromatici
Per due persone
pomodori  e pomodorini di diverse varietà   700 g
3 fette spesse di pane raffermo
1 grosso spicchio d’aglio
Tagliare a pezzetti i pomodori
¼ di cipolla di Tropea 
1  ½ cucchiai di pecorino grattugiato
olio extravergine d’oliva
aceti di vino bianco
qualche foglia di basilico
sale
pepe nero macinato grosso al momento
zucchero
Scaldate  il forno a 200° . Utilizzando il mixer, tritate grossolanamente il pane e  versatelo su una placca da forno ricoperta dall’apposita carta. Sbucciate l’aglio e dividetelo in 3 pezzi che aggiungerete al pane insieme alla cipolla sbucciata e tagliata ad anelli (o a pezzettini). Cospargete  il pane tritato di pecorino, irrorate d’olio , salate e pepate, poi mescolate in modo che tutto il composto sia coperto da un velo d’olio,   e infornate per 15 minuti circa. Controllate la cottura mescolando di tanto in tanto. Il pane deve raggiungere una bella tonalità dorata. Togliete dal forno, eliminate l’aglio e la cipolla e lasciate raffreddare. Intanto lavate e asciugate i pomodori, tagliateli a pezzetti e versateli su un piatto di portata un po’ fondo. Conditeli con l’emulsione preparata con3 cucchiai abbondanti di olio, 1 cucchiaio d’aceto, una presa di sale, un pizzico di zucchero e una spolverata di pepe. Mescolate bene e aggiungete i l trito di crostini e le foglie di basilico pulite e spezzettate grossolanamente. Mescolate con cura e aspettate 15/20 minuti prima di portare in tavola (il pane deve ammorbidirsi, assorbendo il sughetto rilasciato dai pomodori). 
 E per sublimare il tutto… stracciatella di mozzarella!


Dalla Toscana: un classico per i giorni del grande caldo

“Che estate sarebbe senza questa insalata? “

Panzanella toscana


pomodori ben maturi
basilico
pane comune raffermo (ci vuole quello toscano “sciapo”, senza sale e senza grassi)  
aceto di vino bianco o rosso  
cetriolo
cipolla rossa (o di Tropea)
olio extravergine di oliva toscano    
sale e pepe macinato al momento

Ammollate il pane  in acqua e aceto fino a che è morbido e strizzabile. Sbucciate i cetrioli e, aiutandovi con uno scavino, eliminate i semi. Tagliate i pomodori, lavati e asciugati,  a pezzi, la cipolla ad anelli sottilissimi,   i cetrioli a fette o a rondelle (come vi piace di più) e spezzettate grossolanamente le foglie di basilico che avrete pulito con un panno umido. Strizzate bene il pane, mettetelo in una terrina e aggiungete la verdura.Condite con olio, aceto, sale e pepe secondo il vostro gusto.

Deliberatamente  non ho indicato le dosi degli ingredienti, perché la vera panzanella toscana (quella da puristi, per intenderci) nasce sempre così: a occhio, pressappoco. Si mettono più o meno pomodori e più o meno cetrioli a seconda del proprio gusto. Solo la quantità di  pane utilizzata  è piuttosto precisa: deve essere circa il 50% dell’intera preparazione.Se vi piace, potete aggiungere un pizzico di peperoncino (che nella ricetta “ortodossa”  non è previsto, ma -a mio parere-  conferisce al piatto  una marcia in più).


Insalata di fragole e roquefort

Per due persone
fragole 200 g
roquefort (o gorgonzola) 80 g
una fetta di pane di segale
olio extravergine d’oliva
miele 
Pulite e lavate le fragole, poi tagliatele a metà o in quarti a seconda della grossezza. Tagliate a pezzetti il formaggio. Tagliate il pane  a dadini e tostateli  in un padellino antiaderente velato da un filo d’olio , poi metteteli a raffreddare (in alternativa tostate il pane sotto il grill).  Riunite in un piatto fondo le fragole, i crostini di pane  e il formaggio, mescolando con delicatezza. Irrorate con 3 cucchiai di miele e servite subito.
Potete aggiungere a quest’insalata 1 cucchiaio di gherigli di noce tritati grossolanamente.

La parola del giorno: pane

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Pane (s.m.).  Emozionante. Magico. Ho visto fare il pane. Ho visto nascere quattro splendidi  filoni di farina bianca. A cena a casa di Tiziano, con risotto con salsiccia, formaggi francesi, insalata di patate (mia) e crostata (di Marisa). Prima, durante e dopo la cena il padrone di casa ha preparato il pane, partendo da  due tipi di farina, acqua e lievito a 20 cm dal mio naso. Ha iniziato con la miscelatura  degli ingredienti in una grande ciotola, poi l’impasto a mano, intenso, ritmico, deciso,  ma  allo stesso tempo delicato. Tra una portata e l’altra del pasto. Mi ha affascinato vedere quelle mani che accarezzavano la pasta con sicura dolcezza, la piegavano per poi stenderla di nuovo, pronta per un’altra lievitazione. In quei gesti, amore ma anche la certezza di dominare la materia. Tenerezza e decisione. E poi la formazione dei filoncini,  ancora un’altra lievitazione e  via nel forno, fino al momento di uscirne di nuovo, croccanti e dorati fuori, morbidi e fragranti dentro. Che piacere addentarne un pezzo appena sfornato. Caldo e profumatissimo. Checché ne dica Tiziano, il pane va gustato così, quando eccita occhi, pensiero e  palato. 
Anche la mia insalata di oggi ha a che fare con il pane. E’ un classico della cucina libanese che a me piace tantissimo. Tra le mie ricette la colloco nella categoria classiche.
Fattush ( a modo mio)
Per due persone
3 fette di pane azzimo (anche cracker di pane azzimo) 
2  pomodori cuore di bue tagliati a dadini
½ cetriolo tagliato a dadini
1 scalogno tritato finemente

1  cucchiaio  di prezzemolo  tritato

2 cucchiai  di menta tritata
1 cucchiaio di basilico tritato
1 cucchiaino di coriandolo fresco tritato
il succo di mezzo limone
olio extravergine di oliva
sale e pepe nero
Rompete il pane a pezzetti, mettetelo in una ciotola e irroratelo con l’olio d’oliva. Mescolate con cura  in modo che tutti i pezzetti siano ben  intrisi, poi tostateli  in forno a 170°   per 5 minuti , o fino a che sono ben dorati. Toglieteli dal forno e fateli raffreddare.  Intanto mettete in un’insalatiera   i pomodori, il cetriolo, lo scalogno  e le erbe, aggiungete il succo di limone, mescolate e lasciate riposare per 10 minuti in frigorifero Aggiungete  ai pezzetti di pane i cubetti di pomodoro e di cetriolo marinati e rigirate facendo attenzione. Salate e pepate secondo il vostro gusto e servite subito.
Nota: a questa insalata andrebbe aggiunto un cucchiaino di sommacco (sumac), una spezia tipicamente mediorientale ( anche se la pianta è coltivata anche in Sicilia) utilizzata anche per il kebab, ma non è facile trovarla. Qualcuno al condimento per la marinatura delle verdure  unisce  anche  uno spicchio d’aglio schiacciato da togliere  prima di portare in tavola.
Il mio fattush

La parola del giorno: libertà

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Libertà (s.f.).
Fantastico. Da non crederci. Da quando mi sono alzata ad adesso  ho fatto solo quello che ho voluto. Non ho fatto nulla che fosse  “dovuto”. Ho goduto la libertà di decidere  in ogni momento ciò che volevo fare.  Mi sono alzata senza guardare che ora fosse, caffè sulla terrazza  guardando il mare in camicia da notte, vestita con calma, scesa a Viareggio a ritirare il buon pane alla menta e pinoli che Stefano Gatti mi ha fatto trovare in uno dei suoi negozi, shopping “lento” all’Esselunga, caffè a Camaiore all’ora di pranzo scorrendo il Tirreno, letture pomeridiane “disordinate”, musica, esperimenti in cucina senza l’assillo di dover riordinare subito, pranzo che forse era cena alle 17 mescolando un po’ di tutto e innaffiando il cibo con un litro di  acqua tonica.  Ho perfino giocato con l’acqua della sistola come una bambina mentre bagnavo l’orto e il giardino. Non basta: mi sono anche concessa una bomba calorica che normalmente eviterei come il diavolo l’acquasanta: un panino al cioccolato ripieno di una densa  crema al cioccolato. L’ho visto sul banco del Fornaio  quando sono andata a ritirare il pane  alla menta e le arabine ed è  stato un colpo di fulmine. Anche se è bruttarello a vedersi , me ne sono invaghita , l’ho ordinato e me lo sono portata a casa dove l’ho gustato fino all’ultima briciola. Lentamente. Un’ebbrezza libidinosa. Per essere una che non ama i dolci è tutto dire.
Tra i miei esperimenti pomeridiani in cucina anche l’insalata che vi propongo ora: veloce, leggera, molto estiva.
Insalata con patate e pomodori secchi
Per due persone
 
insalatine miste fresche 150 g
8 pomodori secchi sott’olio
10 olive rosate
mozzarella di bufala 80 g
1 patata lessa
olio extravergine di oliva  
origano
sale e pepe
facoltativo: aceto balsamico (io in questa giornata di libertà varie mi sono concessa qualche goccia della crema di balsamico bianco che spopola in Germania)
Mondate le insalatine, lavatele, asciugatele e versatele in un’insalatiera. Aggiungete la mozzarella tagliata a dadini, la patata a cubetti, i pomodori secchi  a pezzetti , le olive e un pizzicone di origano. Condite con un’emulsione di olio evo, sale, pepe macinato al momento e mezzo cucchiaio di aceto (se volete). Mescolate  bene e servite subito.
Consiglio: servite quest’insalata con fette di pane aromatizzato (nel mio caso alla menta e pinoli, ma va benissimo anche del pane alle olive, all’origano o ai pomodori).

La parola del giorno: fornaio

Pane alle patate con origano

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Stefano Gatti, poeta viareggino del pane
Fornaio (s.m.). Il nome è suggestivo, Cotone, e in un giorno d’estate (finalmente!) ti fa sognare chilometri di tessuto bianco, balle grezze ancora da filare…E invece no. Cotone è la zona industriale di Viareggio, un capannone dopo l’altro senz’ombra di bellezza in cui fervono le più svariate attività, dai magazzini di ricambi per autoveicoli alle ditte che fanno impiantistica navale.   Il forno di Stefano Gatti si nasconde in una di queste costruzioni. Anonimo all’esterno,  lindo, lucido, perfetto all’interno.  Pare impossibile che da un luogo così privo di poesia possano nascere delle storie d’amore a forma di pagnotta
Stefano mi ha invitato ad andare a trovarlo, e  quella di oggi è stata la mattinata giusta per farlo. Per arrivare in via Libeccio mi sono, ovviamente, persa, colpevole il navigatore che in mezzo a  strade neonate ha perso la trebisonda.
Tra banchi in acciaio lucidissimi, carrelli su cui sono perfettamente ordinati stampi per biscotti e per torte di mele, impastatrici di varia capacità e grandi forni, Stefano mi ha raccontato la sua passione per il pane. Una passione nata quando era e bambino e “voleva essere svegliato presto per essere portato al forno di famiglia, anche nei giorni di festa”.  
Dettaglio dell’area pasticceria

Quotidianamente dal suo laboratorio “artigianale anche se siamo in una zona industriale” ,ci tiene a precisare, escono quintali di pane brutto, filoni, ciabatte, panini, torte di mele, pizze, focacce e biscotti, che finiscono nei 4 punti vendita  con l’insegna Gatti e in alcuni grandi alberghi, come il Principe di Piemonte (che a Viareggio è sinonimo di lusso).

Mi è piaciuto  sentirlo parlare di bighe, farine e lieviti: ha lo stesso entusiasmo che hanno le madri dei bimbetti che vanno all’asilo quando parlano dei progressi dei loro piccoli. Anche se  io non amo particolarmente i dolci,  i suoi racconti di torte di mele e ricotta ,  panettoni alle pere caramellate nel Calvados e brioche, mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca. La cosa che mi ha definitivamente conquistato,però,  è stata la descrizione del pane speciale che prepara solo al venerdì: un pane con pinoli della pineta di san Rossore e menta essiccata che arriva direttamente da Marrakech. Venerdì prossimo un pezzo sarà mio, statene certi.
Pane alla menta con pinoli
Ho salutato Stefano (che mi ha regalato una deliziosa torta di verdura in pasta brisé) promettendogli di andare a trovarlo una notte, quando nel forno ferve il lavoro. Tanti anni fa lo fece anche Sofia Loren , impegnata a girare un film nella zona:  si presentò all’alba con la troupe nel laboratorio di Stefano, allora  a Torre del Lago, per divorare  brioches e focaccine appena sfornate…
 Veniamo all’insalata di oggi. Visto il momento di bel tempo (è già cambiato, non preoccupatevi, già minaccia nuovamente pioggia) ho optato per un’insalata di pasta. Per la ricetta sono partita dalle belle fette di arista arrosto che ho comprato dalla Manuela al Monte Pitoro.Notate il formato della pasta: sono i “riccioli”  Mennucci che si aprono durante la cottura e poi si richiudono…a riccio!

Insalata di pasta con arrosto e piselli

Per due persone
pasta formato riccioli 200 g

I pomodori canestrini
piselli finissimi surgelati 200 g

arrosto  freddo d’arista a fette tagliate  piuttosto alte 200 g

2  pomodori canestrini  maturi

2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato

Tabasco

olio extravergine di oliva

sale e pepe

Lessate i piselli in acqua bollente salata, scolateli e metteteli a raffreddare in una terrina. Nel frattempo lessate la pasta tenendola al dente,poi scolatela e raffreddatela sotto un getto d’acqua corrente. Mettetela ad asciugare su un canovaccio pulito, poi trasferitela in una terrina e conditela con un cucchiaio di olio , mescolando con cura. Tagliate a cubetti la carne e i pomodori a pezzetti, eliminando i semi. Aggiungete l’arrosto, i pomodori e i piselli alla pasta, e condite con un’emulsione preparata con due cucchiai di olio, qualche schizzo di tabasco, sale e pepe macinato fresco. Spolverizzate con il prezzemolo, mescolate bene e servite subito.
Insalata di pasta con arrosto e piselli

La parola del giorno: menta

La vecchia menta spelacchiata

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La menta variegata

Menta (s.f.). Ho tre varietà di menta in giardino. Una variegata, una piperita e una comunissima menta forte. Quest’ultima cresce nella stessa cassetta da almeno 15 anni. La piantò mia madre per avere delle foglie da mettere nel tè freddo. Ogni anno in questo periodo dell’anno appare spelacchiata , dopo un bel taglio si  riprende e ritorna vigorosa. Ha resistito a tre traslochi , a mancanza di annaffiature, non è mai stata concimata…Ma tiene duro. Ogni volta che la guardo mi pare di sentire le parole di mia madre, che per almeno 15 anni ha fatto le sue vacanze da noi e ogni anno ripeteva la stessa frase: “questa qui non muore neanche se la si ammazza“. Povera vecchia menta, ora sei  foriera di ricordi, non più solo di aromi…

Semplicissima, ecco l’insalata di oggi. Per noi un must nel vero senso dela parola visto che le piante di cetrioli dell’orto hanno una produzione quasi industriale, anche stamattina  ne ho raccolti cinque. 

Cetrioli alla francese
  
Per due persone
2 cetrioli piccoli (o uno grande)

1 cipollotto fresco

un cucchiaio di succo di limone
¼ bicchiere di panna fresca 
sale e pepe
Lavate i cetrioli, spuntateli, tagliateli a fettine molto sottili (meglio con la mandolina) e metteteli un colapasta cosparsi di sale perché perdano l’acqua di vegetazione. Dopo circa 20 minuti sgocciolateli bene e metteteli in una piccola  insalatiera. Pelate la cipollina e tagliatela ad anelli sottili che unirete ai cetrioli. Condite con il succo di limone, il sale e una spolverata di pepe. Poi aggiungete la panna e mescolate con cura.  Servite come contorno accompagnando con fette di pane tostato.
Insalata di cetrioli alla francese

InsalaVista con Pietro Leemann

Pietro Leemann, un filosofo in cucina

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Mica facile introdurre l’insalaVista con  Pietro Leemann . Mica facile perché etichettare solo come vegetariana la cucina che questo chef stellato offre nel suo locale, il Joia a Milano, è un semplicismo. L’idea di cucina di Leemann va ben oltre la filosofia vegetariana: nei suoi piatti si ritrovano valori etici e ambientali trasformati in sapori sublimi. Seduti a un tavolo del Joia non si assaporano solo soluzioni culinarie originali e interessantissime, ma anche  benessere, armonia,  amore per la natura e  rispetto per la vita.

Ecco il risultato della mia piacevole chiacchierata con lui:

Può descrivermi l’uomo Pietro Leemann   con una sola parola?

Coscienzioso
E lo chef?
Alimentarista
La sua cucina in una parola?
Amica
Appunti di viaggio…al Joia

Cosa significa “insalata” per Pietro Leemann ?
L’insalata è uno schema variato di foglie crude. Più precisamente: l’insalata è necessariamente a “crudo”, solo così è un piatto salutista. È un piatto importante perché assicura le vitamine e i sali minerali di cui abbiamo bisogno. L’insalata, ,però, dovrebbe essere sempre mangiata all’inizio del pasto, ben masticata. In fondo anche il gazpacho è un’insalata…
Secondo le teorie di  Steiner, vedo l’insalata come fonte d’energia vitale, come tutte le crudità. Se mangiamo una foglia d’insalata fresca ne  cogliamo la forza vitale contenuta, ovviamente se l’insalata non è fresca si sente la differenza di forza. L’insalata non è solo sostanze nutritive  è anche energia, energia pacifica, per giunta, cosa che non esiste nel caso della carne e del pesce che sono portatori di violenza, dovuta alla loro uccisione.        
Che ruolo ha l’insalata nei menu di un ristorante come il suo  che è il tempio italiano dell’alta cucina  naturale?

Al Joia  l’insalata è quasi sempre presente nel menu perché entrano sempre degli elementi crudi nei piatti. Il menu cambia tutte le stagioni e le insalate di conseguenza. Le insalate a foglia caratterizzano le stagioni calde, mentre in quelle fredde prevalgono i tuberi, ad esempio il sedano rapa, o gli ortaggi come il cavolfiore.

Secondo lei , c’è una tradizione regionale dell’insalata in Italia e nella sua Svizzera?
In Italia indubbiamente, soprattutto nel Sud , penso alle arance e finocchi in Sicilia e alle cime di rapa con mozzarella in Puglia; in Svizzera è diverso, l’insalata è più un fatto “di famiglia”, riferito al consumo delle verdure coltivate nell’orto di casa, secondo le proprie abitudini.
Mi racconti  un’insalata presente in questo periodo nel suo menu.
L’insalata di questo periodo si chiama Yoga e viene mangiata in due servizi sviluppati su cinque punti centrali che simboleggiano  cinque Chakra, centri d’energia presenti nel corpo. Il primo servizio si tratta di crudità sottili allo zenzero, con un pomodoro svuotato e farcito con maionese di mandorle e un paté a crudo di verdure frullate con pesto di avocado) , attorno foglie , condimenti di balsamico.
Poi il secondo servizio: gallette di carote row con semi di girasole, seccate a 40° con un gazpacho orientaleggiante che non ha niente a che fare con quello andaluso.
Secondo lei, è cambiato l’atteggiamento comune  nei confronti dell’insalata nel corso degli anni, per esempio dall’ apertura del Joia?

Certo che è cambiato, tantissimo. Ora anche i fast food hanno le loro insalate. Nel pasto veloce di mezzogiorno è diventata addirittura  un classico. In una visione di benessere fisico l’insalata ha un ruolo centrale nel modo di alimentarsi, anche se ancora c’è chi pensa che non sfami abbastanza. Ed è un errore, perché l’uomo è nato come raccoglitore, solo successivamente ha iniziato a produrre cereali per alimentarsi, e ancora più tardi ha iniziato a cacciare e a cuocere carni e pesci.

Parliamo di ingredienti, adesso. Quali sono gli ingredienti preferisce  per questo piatto?
Paradossalmente  un ortaggio che una volta  non amavo per nulla: la barbabietola. Ora la utilizzo tantissimo, anche a crudo, per la sua tinta ne uso il  succo  per colorare  i piatti. E poi è ricca di sostanze che fanno molto bene…
E ora parliamo di condimenti. Quali preferisce?
1)      Olio evo. Qui ora ne ho uno toscano non aggressivo. Ma dipende dall’insalata, per un’insalata molto delicata preferisco un olio del Garda o ligure.
2)      Come piacere, il balsamico
3)      Yogurt
4)      Succhi di agrumi
Il logo del ristorante di Leemann

In generale l’insalata ha sempre bisogno di un filo di acidità per aiutare la digestione. Solo  un filo, però, non deve essere aggressiva e deve essere mitigata dall’olio evo.

Lei pensa che anche in Italia arriveranno a spopolare le salse per insalata preparate industrialmente (tipo Thousand Island  dressing)?
Qualche tentativo sul mercato c’è, ma è difficile che abbia successo per la radicata cultura dell’olio di oliva. All’estero, normalmente, la qualità dell’olio è pessima perché altrimenti diventa  carissimo, per cui hanno presa questo tipo di condimenti.
Mi darebbe la  ricetta per un’insalata da preparare con facilità a casa, per chi non è abile  come Pietro Leemann ?
Eccola:
Insalata di anguria
Per quattro persone
200 g anguria
40 g parmigiano reggiano
20 g olio evo
20 g condimento di balsamico (aceto balsamico invecchiato un anno)
20 g erba cipollina
un pizzico di sale grosso
40 g semi di zucca tostati
Tagliare l’anguria a fette sottilissime e stenderle su quattro piatti piani come un carpaccio.  Poi preparare una salsa con l’olio e l’aceto, condire l’anguria e cospargere con l’erba cipollina tritata, i semi di zucca e il parmigiano in scaglie, infine con il sale grosso.

Va da sè che dopo un insalaVista come questa non può che starci un piatto vegetariano per quanto riguarda la mia ricetta del giorno. Non osando accostare nulla di creativo alla grande creatività di Pietro Leemann, opto per un’insalata  che è un classico della cucina toscana contadina in estate:

Panzanella toscana

Per due persone
pane toscano raffermo: 3 fette piuttosto alte
1/2 cipolla (io ho usato una  piccola cipolla di Tropea )
1 cetriolo
2 pomodori
un  mazzetto di basilico
olio extravergine di oliva
aceto bianco    
sale e pepe nero

 
Pelate il cetriolo e tagliatelo a dadini molto piccoli, poi metteteli in un colapasta per 20 minuti per eliminare il liquido di vegetazione amarognolo. Mettete a mollo  in acqua fredda le fette di pane per una decina di minuti. Pulite la cipolla, lavate i pomodori e fateli a pezzetti, eliminando i semi. Strizzate molto bene  il pane e sbriciolatelo in un’insalatiera. Aggiungete  il cetriolo, i pomodori e la cipolla affettata molto finemente. Unite il basilico spezzettato grossolanamente e  condite con un’emulsione preparata con tre cucchiai di olio evo, uno di aceto bianco, sale e abbondate pepe.
Nota: nella  panzanella  in molti aggiungono delle foglie di lattuga ben lavate e spezzettate grossolanamente, a voi la scelta se farlo o meno!

Panzanella toscana

La parola del giorno è: Brot

L’insegna di un panificio tedesco

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Brot. Pane, in tedesco. Domani tornerò in Italia per qualche settimana. Cosa mi mancherà, gastronomicamente parlando,  della Baviera? La facilità a reperire ingredienti esotici per le mie insalate (qui gli avocado si trovano belli sodi e perfettamente maturi, in Italia sono sempre mezzi marci, idem dicasi per manghi e papaie…), poi le curiosità come i  pomodorini multicolor (wild wonders tomaten mix, nientepopodimeno…)  che ho scovato oggi al supermercato. Qui accanto  vedete la confezione che faceva bella mostra di sè su uno dei tanti banchi dedicati al biologico. Sentirò la mancanza del  pane. Brot, appunto.Mi mancherà un po’ il Brot. I panifici tedeschi sono un luogo di grandi tentazioni per chi, come me, ama i pani di segale, con semi, con malto, di patate, di porri… Oggi sugli scaffali del panificio dove mi servo abitualmente ho visto addirittura una  forma  speciale (segale alla birra)  dedicata a Ludwig, il famoso re di questa terra. Ah…questi bavaresi… Marketing e orgoglio  regionale qui vanno a braccetto.

Ma in Italia mi aspetta  la focaccia, che qui, nonostante l’amore smodato per la cucina italiana non si trova. Mi consolerà quando sarò in crisi d’astinenza  da Brot.

Passiamo alla nostra insalata.
Be’, non ci vuole un genio per capire perchè la ricetta di oggi è stata battezzata così (che sia un velo di nostalgia?):

Insalata di pasta Bell’Italia

Per due persone

penne rigate 180 g
ciliegine di mozzarella 120 g
8 pomodorini ciliegia
una dozzina di foglie di basilico  
uno spicchio d’aglio
olio extravergine di oliva    
sale e pepe

Mettete a  marinare per almeno un quarto d’ora  le mozzarelline in una ciotola con un cucchiaio di olio evo e 3 foglie di basilico tritate finemente. Lavate i pomodorini, asciugateli, divideteli in due eliminando i semi e metteteli in una terrina con uno spicchio d’aglio sbucciato, un pizzico di sale,  4 cucchiai di olio evo e le rimanenti foglie di basilico spezzetate.
Lessate la pasta in abbondante acqua salata tenendola al dente. Scolatela, raffreddatela sotto il getto d’acqua fredda e sgocciolatela bene, poi  versatela nella  terrina con i pomodorini. Mescolate bene, eliminate l’aglio e servite.

Insalata di pasta Bell’Italia

La parola del giorno: procrastination

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Procrastination.  Quando mio figlio mi ha detto che questa, la procrastination,  è una malattia, una patologia psicologica codificata, e che pensa di esserne affetto , bè ammetto che mi sono fatta quattro risate. L’ho sempre considerato un po’ un tira in lungo  come tutti i ragazzi della sua età. Anch’io ero come lui, a vent’anni, forse anche peggio.Poi mi sono rimessa in riga, o almeno così mi è parso in questi anni.  Oggi, però, durante il viceviaggio in treno per tornare a casa, ho riassunto mentalmente  tutte le cose che avrei dovuto fare nel mese di marzo e che non ho fatto, giungendo alla conclusione che la malattia della procrastination esiste. Eccome se esiste. E deve essere pure molto contagiosa. Dopo tanti anni in piena salute devo averla ricontratta da mio figlio. Fatto sta che sono in ritardo su tutto. Lavoro, organizzazione casalinga,dichiarazione dei  redditi, visite mediche, cure dentistiche,  progetti…Tra i casi affetti da procrastination devo essere uno dei più gravi  tra quelli che ci sono in giro in questo periodo.  A forza di rimandare e rimandare,  mi ritrovo sulla scrivania e sul groppone una montagna di cose da fare. In aprile, per rimettermi al passo, dovrò rinunciare a uscire di casa, guardare fuori dalla finestra, mangiare, bere, e forse anche, respirare.

Puntualissima , ecco, però, la nostra insalata. Molto, molto saporita.

 Insalata al roquefort, pancetta e noci

Per due persone

mezzo cespo di lattuga romana
pancetta affumicata a dadini 70 g
roquefort 80 g
4 fette di pane (filone o baguette)
olio extravergine d’oliva  
aceto di sherry
sale e pepe nero

Mondate la lattuga, lavatela, asciugatela e spezzetatela in un’insalatiera. 
Tostate le fette di pane ( o mettetele sotto il grill) fino a che sono dorate sui due lati. Intanto rosolate la pancetta in un padellino antiaderente fino a che risulta ben  croccante.Toglietelo dalal padella e mettetelo su un foglio di carta da cucina per eliminare il grasso. Spargete sull’insalata il bacon ,  il roquefort sbriciolato e i gherigli triturati grossolanamente, poi  condite  con una vinaigrette preparata con 3 cucchiai d’olio evo, mezzo di aceto di sherry, una presa di sale e abbondante pepe. Servite insieme alle fette di pane tostato.

Insalata al roquefort, pancetta e noci